Ripresa

Papà

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kissene
view post Posted on 15/1/2010, 20:48




A quest'ora ero accanto al tuo letto.
Tu incosciente, io che sbirciavo la sacca dell'urina desolatamente vuota.
Eravamo solo io e te, M aveva portato mamma a casa perchè era molto stanca.
Ti passavo la garza bagnata sulle labbra talmente screpolate che si sbriciolavano, poi la vaselina, per cercare di idratarle e cicatrizzarle un pò.
Verso quest'ora, il ritmo del tuo respiro divenne diverso.
Non era un rantolo, era solo un respiro diverso, silenzioso, frettoloso, leggero, mi spaventò la sua assoluta anomalia.
Chiamai l'infermiere, che mi disse sottovoce e con dolcezza che era quasi arrivato il momento.
Per un pò rimasi così, a guardarti, ripensando alla battaglia combattuta assieme ma irrimediabilmente perduta, ti tenevo la mano che già si faceva fredda.
Ripensai un pò a tutto, un pò a niente. Mi sentivo un grande vuoto dentro, e nello stesso tempo ero eccitata come una bambina perchè sapevo che finalmente stavi per tornare libero.
A malincuore mi allontanai un attimo per andare a telefonare, poi tornai da te e ti ripresi la mano.
Arrivò mamma, con M e Cristina, Antonella restò a casa perchè Stefano era piccino, due anni appena.
Quando vidi mamma le cedetti subito il posto accanto a te, mi misi in piedi in fondo al letto.
Chiedemmo agli altri malati se potevamo abbassare le luci e acccendemmo quella piccola, da lettura.
Nessuno venne a disturbarci, nessuno disse nulla, eravamo tutti stretti intorno a te.
Ad un tratto, i tuoi occhi si aprirono, ma era evidente che non vedevano nulla.
Sei rimasto un pò così, sembravi assorto, anzi sembravi già partito per altrove.
Quello sguardo che guardava già al di la non lo dimenticherò mai.
Poi, di nuovo un cambiamento nel respiro, gli occhi che si chiudevano, le nostre mani poggiate su di te, per dirti che c'eravamo, ma ti lasciavamo andare.
E di colpo, sei andato via.
Ho chiamato le infermiere, che ci hanno fatto uscire un attimo e poi ti hanno portato in una stanzetta a parte.
Abbiamo potuto rivederti, i pollici dei piedi legati gentilmente con delle garzette, il corpo coperto da un lenzuolo candido, il viso sereno, luminoso, senza più segni di sofferenza.
L'unico momento di panico l'ho avuto quando è arrivato un signore a portarti via.
Volevo che rimanessimo ancora insieme, ancora un pò, anche solo un minuto.
Ma non c'è stato verso....
Mentre sentivo il motore del camioncino che ti portava va dal padiglione, sono andata a telefonare ad Antonella.
Le lacrime sono venute dopo, molto dopo.
Ciao papà
 
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