Ripresa

Stefano Cucchi

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kissene
view post Posted on 28/10/2009, 10:36




Non so se i giornali al di la di quelli che si occupano della Cronaca di Roma ne hanno parlato, fatto sta che questo ragazzo, arrestato per modesta detenzione di droga, è entrato in carcere in buona salute e ne è uscito MORTO.
Il volto tumefatto, pieno di lesioni.
I genitori, a cui è stato impedito di vederlo durante i giorni della detenzione, sono disperati e vogliono chiarezza.
Anche io, se possibile, la vorrei.
 
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Anarchy90
view post Posted on 28/10/2009, 15:23




facile: ai pesci piccoli, specie se per questioni di droga(magari era un piccolo spacciaotre) va tappata la bocca.
 
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kissene
view post Posted on 28/10/2009, 17:56




CITAZIONE (Anarchy90 @ 28/10/2009, 15:23)
facile: ai pesci piccoli, specie se per questioni di droga(magari era un piccolo spacciaotre) va tappata la bocca.

Forse mi sono spiegata male...
A questo ragazzo, a cui tra l'altro sono stati negati gli arresti domiciliari e la possibilità di incontrare i genitori, è sucesso qualcosa durante la permanenza in carcere (sei giorni).
Non c'entra niente il "tappare la bocca" ma il fatto che EVIDENTEMENTE non è stato tutelato, o peggio (non voglio nemmeno pensare a chi possa essere stato a ucciderlo di botte).
 
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Dama dell'Arno
view post Posted on 28/10/2009, 19:27




Non sarebbe la prima volta:

http://www.confinizero.it/?q=node/704

Ho messo il primo link che ho trovato, per fretta, ma ricordo che al tempo lessi di questa vicenda assurda, fra l'altro, pare, scatenata da una sorta di "prevenzione mentale" verso la vita che questa coppia, con figli, conduceva.
 
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kissene
view post Posted on 28/10/2009, 21:35




Queste storie mi provocano un grandissimo dolore.....


Denuncia del garante sul caso Cucchi
Manconi: "Lesioni e traumi sul corpo"
Due prese di posizioni e una denuncia sulle circostanze che hanno portato alla morte di Stefano Cucchi, 31 anni, arrestato per possesso di droga e poi morto all'ospedale Pertini. Il garante dei diritti dei detenuti Marroni annuncia una denuncia alla Procura, l'ex sottosgeretario Manconi parla di "lesioni e traumi"
Ad una svolta la vicenda del 31enne romano Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre nella struttura sanitaria protetta dell'Ospedale "Sandro Pertini dopo un arresto per droga. "Auspico che le indagini avviate dalla Procura della Repubblica, di cui ha parlato il ministro della Giustizia, contribuiscano a fare piena luce sulla morte di Stefano Cucchi, una vicenda che presenta lati oscuri non ancora del tutto chiariti che meritano un approfondimento". E' questo il commento del garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni dopo aver ascoltato la riposta del ministro della Giustizia Angelino Alfano all'interrogazione presentata dai parlamentari Bernardini e Giachetti. Sul caso, il garante dei detenuti ha preannunciato anche l'invio di un suo esposto alla Procura della Repubblica di Roma.

Nel suo esposto alla Procura il Garante ripercorre, per sommi capi, la vicenda del giovane Cucchi, arrestato nella notte tra il 15 e 16 ottobre per possesso di una modesta quantità di stupefacente e morto una settimana dopo. Dalle verifiche condotte dall'Ufficio del Garante presso le autorità sanitarie e quelle penitenziarie risulterebbero, in particolare, due punti definiti "importanti": il pomeriggio precedente alla morte, i medici dell'ospedale Pertini avrebbero avvisato con una relazione allegata alla cartella clinica, il magistrato delle difficoltà a gestire le condizioni del paziente, che avrebbe tenuto un atteggiamento di rifiuto verso i trattamenti terapeutici. Inoltre, il personale sanitario non sarebbe mai venuto a conoscenza, se non dopo la morte, della richiesta di colloquio dei familiari, per altro ritenuto dai medici fondamentale in ogni caso. "Ora - ha concluso Marroni - attendiamo l'esito degli esami autoptici per comprendere cosa è esattamente successo a questo ragazzo. Al di là tutto, io credo che aver impedito ai genitori di vedere il figlio per giorni è un fatto di una gravità estrema, così come è grave, se vera, la circostanza riferita dai parlamentari secondo cui al perito della famiglia sarebbe stato impedito di assistere all'autopsia".

Sul caso interviene anche Luigi Manconi, già sottosegretario alla Giustizia, presidente dell'associazione A Buon Diritto, annunciando una conferenza stampa con Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e con l'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia. "Ho avuto modo di vedere le foto della salma di Cucchi. E' difficile trovare le parole per dire lo strazio di quel corpo, che rivela una agonia sofferta e tormentata". "E' inconfutabile - aggiunge - che il corpo di Stefano Cucchi, gracile e minuto, abbia subito a partire dalla notte tra il 15 e 16 ottobre numerose e gravi offese e abbia riportato lesioni e traumi. E' inconfutabile che Stefano Cucchi, come testimoniato dai genitori, è stato fermato dai carabinieri quando il suo stato di salute era assolutamente normale ma già dopo quattordici ore e mezza il medico dell'ambulatorio del palazzo di Giustizia e successivamente quello del carcere di Regina Coeli riscontravano lesioni ed ecchimosi nella regione palpebrale bilaterale; e, la visita presso il Fatebenefratelli di quello stesso tardo pomeriggio evidenziava la rottura di alcune vertebre indicando una prognosi di 25 giorni.

E' inconfutabile - dice ancora Manconi - che, una volta giunto nel reparto detenuti dell'ospedale Pertini, Stefano Cucchi non abbia ricevuto assistenza e cure adeguate e tantomeno quella sollecitudine che avrebbe imposto, anche solo sotto il profilo deontologico, di avvertire i familiari e di tenerli al corrente dello stato di salute del giovane: al punto che non è stato nemmeno possibile per i parenti incontrare i sanitari o ricevere informazioni da loro. Ed è ancora inconfutabile che l'esame autoptico abbia rivelato la presenza di sangue nello stomaco e nell'uretra.

E' inconfutabile, infine - aggiunge - che un cittadino, fermato per un reato di entità non grave, entrato con le proprie gambe in una caserma dei carabinieri e passato attraverso quattro diverse strutture statuali (la camera di sicurezza, il tribunale, il carcere, il reparto detentivo di un ospedale) ne sia uscito cadavere, senza che una sola delle moltissime circostanze oscure o controverse di questo percorso che lo ha portato alla morte sia stata ancora chiarita".
(28 ottobre 2009)
 
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Dama dell'Arno
view post Posted on 28/10/2009, 21:41




A'nfatti.
A uno gli potranno girare i coglioni a mille se lo beccano e gli rompono l'anima per due canne de fumo, ma il giramento di coglioni, ANCORA, non ha mai causato emorragie interne al punto di ritrovare sangue nello stomaco e nell'uretra.

Invece, ad un mio amico, fu provocata una emorragia nello stomaco per un gravissimo fallo durante una partita di pallone.

Ecco,
Serve altro?
 
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kissene
view post Posted on 28/10/2009, 21:43




CITAZIONE (Dama dell'Arno @ 28/10/2009, 21:41)
A'nfatti.
A uno gli potranno girare i coglioni a mille se lo beccano e gli rompono l'anima per due canne de fumo, ma il giramento di coglioni, ANCORA, non ha mai causato emorragie interne al punto di ritrovare sangue nello stomaco e nell'uretra.

Invece, ad un mio amico, fu provocata una emorragia nello stomaco per un gravissimo fallo durante una partita di pallone.

Ecco,
Serve altro?

E' assurdo, no?
Sono cose che mi sgomentano, veramente.
La violenza fisica, poi...così, gratuita, fine a se stessa.
Terribile.
 
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Dama dell'Arno
view post Posted on 28/10/2009, 22:21




E soprattutto, pare, autorizzata dall'appartenere alle forze dell'ordine.

E' storia di questi giorni che razza di gente, che se si facessero un par di canne d'erba starebbero più shanti, fanno parte delle cosiddette "forze dell'ordine"!
 
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kissene
view post Posted on 29/10/2009, 20:36




Vi metto il link....non mi sento di postare le foto.
Vi prego fate attenzione, perchè le immagini sono terribili.


http://www.dazebao.org/news/index.php?opti...naca&Itemid=288
 
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kissene
view post Posted on 30/10/2009, 18:37




Questa storia è così angosciante...
E temo che, come succede quasi sempre quando sono coinvolte le forse dell'ordine, non si avrà mai una risposta certa e di conseguenza questo terribile crimine non verrà mai punito.
Personalmente voglio prendere contatti con la famiglia e vedere se c'è la possibilità di offrire un qualsiasi aiuto.
Sono rimasta tropo scossa, davvero.


"Fatti e testimoni, così è morto Stefano
la soluzione è sotto gli occhi di tutti"
di MATTEO TONELLI


Luigi Manconi
ROMA - "Si tratta di un'indagine che visti i particolari e i testimoni è di facile soluzione, sempre che si voglia risolvere". Luigi Manconi, un passato nella politica e un presente di impegno nel campo dei diritti, in particolare quelli legati al carcere (è presidente dell'associazione "A Buon diritto" e direttore del sito "Innocenti evasioni"), commenta così la morte di Stefano Cucchi, il 31enne morto in carcere dopo l'arresto. Una vicenda che, dopo la pubblicazione delle foto del cadavere martoriato, apre la strada a inquietanti interrogativi. Manconi, che si era occupato anche della vicenda di Federico Aldrovandi, è entrato in contatto con i genitori del ragazzo romano. Contribuendo a far accendere i riflettori sulla vicenda. Così come quelle foto, tremende, che i familiari di Stefano hanno deciso di pubblicare. "Non è stata una scelta facile ma i familiari sono stati in grado di trasformare un dolore privato in una iniziativa pubblica. E' chiaro che quelle foto aggiungono strazio allo strazio, ma l'hanno considerato un dolore ineludibile per arrivare alla verità" dice Manconi.

Partiamo dall'inizio e dall'arresto di Cucchi.
"Si parte con una certezza, all'una di notte del 16 ottobre, i genitori vedono Stefano dopo l'arresto. E il ragazzo, prima di essere portato in caserma dai Carabinieri, sta bene. Da quell'incontro passano 10 ore e madre e padre rivedono il figlio in Tribunale con il volto tumefatto. Inoltre c'è l'avvocato d'ufficio che noterà che Stefano cammina in modo che suscita interrogativi. Le due cose hanno un effetto tale che Stefano viene visitato in Tribunale e il referto conferma le lesioni. Questi sono dati che mi fanno dire che la soluzione del caso è sotto gli occhi di tutti.."

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa dice testuale: "Non ho strumenti per accertare. Di una cosa però sono certo: del comportamento corretto dei carabinieri in questa occasione".
"In pratica è un atto di fede. Se non sbaglio rispetto ai carabinieri arrestati per la vicenda Marrazzo usò altri toni. Nessun mette in dubbio l'Arma, semmai i comportamenti di alcuni singoli componenti".

La memoria torna ad altri casi, apparentemente simili, con quello di Federico Aldrovandi. Sono solo casi isolati?
"Non direi. La nuova legislazione antidroga sta portando le forze dell'ordine a forzature, abusi, arresti immotivati, operazioni fuori dalle regole, carcerazioni senza convalida. E di solito a subire sono o i consumatori o i piccoli spacciatori.Gli anelli deboli della catena. Come Stefano".

© Riproduzione riservata (30 ottobre 2009)
www.repubblica.it
 
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kissene
view post Posted on 31/10/2009, 17:57




Voglio proprio vedere se si farà chiarezzza sui bastardi che possono aver compiuto questa infamata!!!!


ROMA - Martedì prossimo il ministro della Giustizia Angelino Alfano riferirà in Senato sulla misteriosa morte di Stefano Cucchi, il trentunenne romano arrestato per il possesso di una ventina di grammi di droga e deceduto in carcere. Intanto, i Nas hanno acquisito al Pertini la cartella con la documentazione sul ricovero del ragazzo, su richiesta della commissione parlamentare d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale.

Il ministro della Giustizia interverrà dopo che la presidente del gruppo democratico, Anna Finocchiaro, aveva chiesto che il governo riferisse urgentemente in Parlamento. La sua voce si è unita a quella dei tanti che, in questi giorni, dopo avere visto le foto diffuse dalla famiglia hanno chiesto di accertare le responsabilità sulla morte del giovane ricostruendo gli ultimi suoi giorni di vita.

La polemica. L'ultimo a intervenire è Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: "Ammiro gli esponenti dell'Arma dei carabinieri che hanno escluso con immediatezza qualsiasi responsabilità, ma francamente al loro posto non avrei le stesse certezze. Le verifiche vanno condotte a 360 gradi. Nessuno si deve indignare, ma bisogna capire che cosa è successo. Ci sono troppe cose inspiegabili e nessun reato può portare a esiti così drammatici e inaccettabili. Assumeremo iniziative anche in Parlamento affinchè con immediatezza si faccia luce su questa morte. E invitiamo le forze dell'ordine ad un atteggiamento di piena e leale collaborazione. Negli ultimi tempi a Roma sono accadute troppe cose strane e non si può archiviare tutto con superficialità. Un giorno le mele marce, un giorno un'altra vicenda. Siamo purtroppo in un brutto momento. Ed il modo migliore è sempre quello di fare emergere tutta la verità. In ogni caso noi in questa direzione agiremo senza fare sconti a nessuno, chiunque sia".

Una posizione differente rispetto a quella assunta dal ministro della Difesa Ignazio La Russa che pur premettendo di non avere elementi si era detto certo della correttezza dei militari. Posizione che aveva sollevato lo sdegno anche della polizia carceraria. "Nessuno ha mai detto che la responsabilità della morte di Stefano Cucchi sia dei carabinieri, ma di certo non è della polizia penitenziaria", dice Leo Beneducci, segretario generale del sindacato di polizia Osapp, che rende noti alcuni particolari su cui potrebbe incentrarsi l'attenzione della Procura: dopo essere stato consegnato dai carabinieri alla polizia penitenziaria, attorno alle 13.30 del 16 ottobre, Cucchi fu visitato dal medico del Tribunale di piazzale Clodio, dove era stato accompagnato in mattinata per il processo per direttissima. Una volta terminata la visita sanitaria, Cucchi non venne immediatamente trasferito al carcere di Regina Coeli, ma "fu di nuovo accompagnato in una delle camere di sicurezza del Tribunale, questa volta non sotto il controllo dei carabinieri ma della polizia penitenziaria, e lì rimase per un'ora e mezza. Non era solo, ma assieme ad altri arrestati". I due agenti penitenziari che presero in consegna Cucchi sarebbero stati ascoltati ieri dalla Procura che ha aperto un'inchiesta contro ignoti per omicidio preterintenzionale.

I Nas al Pertini. Il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino, ha inviato il nucleo dei carabinieri dei Nas al reparto controllato dell'ospedale Pertini, quello riservato ai detenuti in cui è deceduto Cucchi. "Mi auguro che dall'analisi del lavoro effettuato dai medici al momento del ricovero di Stefano Cucchi possano emergere elementi che aiutino a fare chiarezza su cosa sia realmente accaduto - spiega Marino -. Nei prossimi giorni la commissione deciderà anche se aprire formalmente un'inchiesta sulla vicenda dal punto di vista dell'efficienza, dell'efficacia e della qualità dell'assistenza medica".
(31 ottobre 2009)www.repubblica.it
 
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kissene
view post Posted on 1/11/2009, 13:32




Adesso abbiamo le camere di sicurezza collettive....mah

FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
L’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, arrestato per spaccio e morto dopo un calvario di sette giorni, procede. Il magistrato Vincenzo Barba ha nominato tre nuovi periti in medicina legale e ha interrogato l’equipaggio dell’ambulanza che accorse nella notte tra il 15 e il 16 ottobre in una stazione dei carabinieri (quando il giovane era appena stato fermato) perché Cucchi, che si dichiarava epilettico, si sentiva male. I tre paramedici hanno riferito di avergli parlato, ma che il detenuto non si fece visitare e rifiutò di farsi portare in ospedale. Il mattino dopo, il padre lo incontrò in tribunale e lo trovò di cattivo umore, ma non in cattive condizioni. Stefano si arrabbiò perché il giudice lo mandava in carcere in attesa del processo e perciò per stizza prese a calci una sedia. Difficile pensare che in quel momento avesse due vertebre rotte e il coccige fratturato.

E allora, che cosa è successo dopo quel momento? Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, martedì riferirà in Parlamento. «Mai voluto fare scaricabarile nei confronti della polizia penitenziaria», precisa Ignazio La Russa. E nel frattempo il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla sanità, Ignazio Marino, ha inviato i carabinieri del Nas all’ospedale «Sandro Pertini» per acquisire la cartella clinica del giovane deceduto. «Senza intralciare l’inchiesta penale - racconta Marino - è quanto facciamo di prassi quando le notizie di stampa ci fanno pensare a di cure non efficaci». I riflettori sono accesi e non si spegneranno facilmente. Dice il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri: «Troppe cose inspiegabili. Negli ultimi tempi a Roma sono accadute troppe cose strane e non si può archiviare tutto con superficialità. Un giorno le mele marce, un giorno un’altra vicenda. Siamo purtroppo in un brutto momento».

Il pm Barba potrebbe convocare anche i detenuti che sono stati rinchiusi con Cucchi. Il sindacato della polizia penitenziaria Osapp sottolinea: «Dopo che il medico della città giudiziaria ha visitato Cucchi è stato accompagnato in una delle camere di sicurezza e lì è rimasto per un’ora e mezza, non da solo, ma assieme ad altri arrestati».

www.lastampa.it
 
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carbonaio
view post Posted on 1/11/2009, 17:26







Intanto è morto..... sarebbe stato meglio che non lo fosse stato.

le chiacchiere adesso servono a poco.
 
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Dama dell'Arno
view post Posted on 1/11/2009, 17:30




Punti di vista.

Secondo me potrebbero servire ad appurare come veramente è andata, e se davvero fosse come purtroppo pare, forse si potrebbe evitare il ripetersi di certe "cadute accidentali per le scale", non trovi??
 
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kissene
view post Posted on 7/11/2009, 13:58




ROMA (6 novembre) - Lesioni gravi al volto, lesioni vertebrali e un sospetto di trauma cranico addominale. Sono queste le condizioni in cui versava Stefano Cucchi quando il pomeriggio del 16 ottobre è stato portato al carcere del Regina Coeli. A rivelarlo sono stati tre medici dell'istituto penitenziario, due dei quali visitarono il ragazzo quel giorno, ascoltati questa mattina dalla commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che ha aperto un'inchiesta sulla morte del giovane.

«Noi siamo ancora all'inizio della nostra indagine - ha spiegato il presidente della commissione Ignazio Marino al termine dell'audizione - ma i medici sono stati molto precisi circa la condizione fisica di Stefano Cucchi nel momento di ingresso al carcere di Regina Coeli». E dalla loro descrizione e dalla cartella clinica, «che esiste, perché lui è stato subito ricoverato nel centro diagnostico terapeutico del penitenziario, è evidente - aggiunge Marino - che il ragazzo aveva già lesioni gravi, al volto, aveva il sospetto di un trauma cranico addominale e sicuramente delle lesioni vertebrali».

Riguardo invece alla domanda fatta da Marino al personale sanitario se la nausea di Cucchi fosse un sintomo da attribuire a disturbi gastrointestinali o invece di tipo neurologico, dunque con sospetto trauma cranico, i medici, aggiunge Marino, hanno risposto che loro pensavano «al sintomo come ad un'evidenza di un danno nervoso centrale». A tale proposito doveva essere effettuata una Tac di controllo ma, conclude il presidente della commissione, «apparentemente sembra ci sia stato il rifiuto di Cucchi di sottoporsi a questo tipo di esame. Anche se su questi aspetti dovremo fare un approfondimento con i medici dell' ospedale Fatebenefratelli».

Martedì la Commissione ascolterà la famiglia del ragazzo, mercoledì i medici dell'ospedale Fatebenefratelli.
 
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26 replies since 28/10/2009, 10:36   245 views
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