Ripresa

Il massacro del Circeo

« Older   Newer »
  Share  
kissene
view post Posted on 28/8/2009, 18:01




Apro qui un topic che dedicherò esclusivamente a questo orrido episodio della nostra cronaca nera, cogliendo a pretesto la scarcerazione di Gianni Guido, di cui esporrò in seguito., specie la storia di Izzo, a dir poco stupefacente.
Per ora vediamo cosa accadde:



Il 29 settembre del 1975 prendeva corpo uno dei peggiori fatti di cronaca nera della storia italiana. Tre giovani neofascisti romani sequestrano e massacrano le diciassettenni Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, in quello che passa alla storia come “il massacro del Circeo”.
di Cecilia Dalla Negra


UN GIOCO DA BRAVI RAGAZZI - Un promontorio isolato, che racchiude le acque del golfo di Gaeta, in provincia di Latina. Lazio, Italia, secolo scorso, ma di poco. È la noiosa fine d’estate del 1975 quando tre giovani di alto rango e dalle simpatie politiche destrorse, decidono di spezzare la routine alto borghese e viziata rendendo l’idilliaco panorama laziale - rifugio estivo della Roma bene – nel teatro di un massacro dalla ferocia inaudita. Che riempirà le cronache fra disgusto e rabbia, con i dibattiti scatenati fra gli intellettuali che litigano sulla natura più o meno politica di un atto di barbara violenza compiuto contro due ragazze inermi. Tra gli strascichi umani e processuali della vicenda ci sarà lo spazio in cui far entrare gli alterchi intellettuali, le divisioni politiche e le lotte femministe: su tutto, spiccherà una giustizia incapace di punire tutti i colpevoli, capace invece di rimetterne alcuni in libertà, lasciandogli la possibilità di compiere nuovi fatti di sangue. A colpire l’immaginario collettivo e indignare la pubblica opinione oltre alla violenza del gesto, gli artefici. Il massacro del Circeo passerà alla cronache per essere stato compiuto da tre “bravi ragazzi” dell’alta borghesia romana. I figli invidiati, gli studenti modello, che nascondono sotto abiti di marca realtà assai diverse.
Un gioco violento il loro, per rompere quell’ozio e quella noia viziata che sono propri di chi nella vita non ha dovuto ottenere nulla, perché ogni cosa è dovuta. Anche il corpo di una donna – considerata niente più di questo – da seviziare, violentare e massacrare per interrompere il ciclo della noia di fine estate. Ma nel loro gesto atroce non scelgono due donne qualunque: Rosaria e Donatella sono due ragazze umili, figlie dell’emarginazione e del degrado di una grande capitale che dimentica le proprie estremità, le proprie appendici periferiche. È la lezione da dare quindi in quanto classe sociale dominante a chi deve sottostare per ceto e appartenenza. E se di genere femminile, ancora di più.


GLI AUTORI, LE VITTIME - Giovanni Giudo, Angelo Izzo e Andrea Ghira sono tre ventenni dall’aspetto rassicurante. Vestono elegante, hanno orologi pregiati ai polsi, macchine sportive e all’ultima moda. Forse un sogno di emancipazione per due ragazze di 17 anni che vengono dalla periferia romana fatta di quell’isolamento tanto caro a Pier Paolo Pasolini. Ragazze di borgata, di umili origini, che della vita hanno perso l’illusione del sogno ancora prima di cominciare. Rosaria Lopez nemmeno ha finito le scuole medie per occuparsi dei genitori anziani, con cui divide due stanze all’Ardeatino, giù al sud, lontano dal centro sfavillante della dolce vita. Donatella Colasanti è figlia di un impiegato e di una casalinga, ed è stata lei a conoscere i suoi aguzzini qualche giorno prima, al “bar del Fungo” all’Eur, fra un caffè e un aperitivo.
Sono giovani, affascinanti, dall’aspetto affidabile. Solo all’apparenza però, perché dei tre Giovanni Guido, studente di architettura, è l’unico incensurato. Gli altri “fratellini”, come si chiamano fra camerati, sono compagni di giornate, scampagnate, rapine e stupri. Figli della Roma che conta, Angelo Izzo e Andrea Ghira sono famosi in città per la prepotenza che li caratterizza, e per passioni non propriamente convenzionali. Se il primo è in cura da uno psichiatra che gli diagnostica nevrosi maniaco-depressive, il secondo subisce una pericolosa fascinazione per tutto ciò che è discriminante: in casa sua verranno ritrovati busti di Hitler e Mussolini, scritti di Julius Evola che inneggiano alla supremazia della razza. Al liceo ha abbracciato la causa squadrista, ed ha fondato un gruppetto neofascista che teorizza la violenza e il crimine come forma di affermazione sociale. È lui il capo della banda, e si fa chiamare Jacques. Per non essere riconosciuto, certo, ma anche per la sua ammirazione verso quel Berenger, criminale marsigliese, che ha messo a segno rapine e sequestri su Roma proprio negli anni ’70. Ma non finisce qui. Perché Izzo e Ghira sono già noti alla polizia per aver compiuto rapine, sequestri di persona, violenze sessuali. Sono stati arrestati per stupro, ma sebbene condannati non hanno mai scontato un giorno di carcere. “Era prassi consolidata nel gruppo stuprare le ragazze”, ammetterà candidamente Izzo, durante un’intervista recente.
Le due prede che incontrano nel bar dell’Eur, poi, devono apparir loro particolarmente ambite, se oltre ad essere giovani donne sono anche parte di quella plebee che tanto disprezzano.


L’INCUBO - Iniziano così, fra i tavolini di un bar, 36 ore di incubo per Donatella e Rosaria, che culmineranno con la tragedia. I ragazzi danno loro appuntamento per lunedì 29 settembre alle 4 del pomeriggio. “Andiamo a una festa, ci divertiamo, vedrete” dicono loro, mentre le caricano sulla Fiat 127 di Guido. Parte la corsa verso Villa Moresca. Residenza estiva della famiglia Ghira, è una grande abitazione disposta su due piani, giardino, taverna, garage. Affaccia sul bel panorama dell’Isola di Ponza ed è isolata, immersa nel silenzio come ogni villa del Circeo. Un inferno, se sei stato sequestrato, perché nessuno può sentire le tue grida. Sono le 18.30 quando arrivano e, puntando le pistole contro le ragazze, le chiudono nel bagno. Per Giovanni Giudo c’è anche il tempo di tornare a casa, a Roma, e cenare con i genitori come nulla fosse. A vigilare sulle ragazze sequestrate resta Angelo Izzo, che le costringe a turno ad avere rapporti con lui. Sono le 23 quando rientra Guido, questa volta insieme a Ghira: sono drogati, e da questo momento inizieranno sevizie, violenze sessuali, percosse. Donatella approfitta di un attimo di distrazione, striscia fino al telefono, chiama il 113. “Mi stanno ammazzando” riesce a dire, prima che una spranga di ferro le colpisca la schiena. Sente le grida di Rosaria che arrivano dalla stanza accanto, come se qualcuno la stesse affogando. Ed è proprio quello che stanno facendo, perché Rosaria Lopez, 17 anni, dopo le violenze subite viene annegata nella vasca da bagno. Donatella riuscirà a salvarsi solo fingendosi morta. È a questo punto che i tre chiudono i corpi dentro due sacchi di plastica, nascondendoli nel baule della macchina con cui erano arrivati. Sono le 21 di martedì 30 settembre, il supplizio delle ragazze è andato avanti per 36 ore. Rientrano a Roma, parcheggiano l’auto nei pressi di via Nomentana e cercano una pizzeria. Come non avessero massacrato e violentato due ragazzine sino a quel momento. Come non ne avessero nascosto i cadaveri nella propria auto. Ma Donatella è viva, e si fa sentire. Un metronotte, richiamato dai suoi lamenti, la trova agonizzante e coperta di sangue nella notte inoltrata: in quel bagagliaio, accanto al cadavere dell’amica, c’è rimasta quasi tre ore.
Le immagini del ritrovamento faranno il giro del mondo, e lasceranno l’Italia attaccata allo schermo di una tv in bianco e nero, che quel sangue e quella violenza li lascia solo immaginare.


L’ITER GIUDIZIARIO - Gianni Giudo e Andrea Izzo vengono arrestai poche ore dopo il ritrovamento di Donatella Colasanti. Ghira inizialmente non è neanche indiziato, e nei lunghi anni del processo non verrà mai catturato. Conosciuti dalle forze dell’ordine per i precedenti, i “bravi ragazzi” vengono mandati in primo grado nel luglio del 1976. Mentre i primi due vengono accusati di omicidio pluriaggravato e condannati all’ergastolo, Ghira è fuggito. Arruolato nel Tercio, dicono, la Legione straniera spagnola, da cui sarebbe poi stato espulso nel 1994 per abuso di droga. Morto di overdose e sepolto nel cimitero di Melilla, con il falso nome di Massimo Testa de Andres. Almeno questo è quello che sostiene l’esame del Dna effettuato sul cadavere riesumato nel 2005. Non è quello che sosteneva invece Donatella Colasanti, parte civile al processo, che ha continuato a denunciarlo per anni senza ascolto: “Ghira non solo è vivo, ma abita ancora a Roma”. La Cassazione, nel 1981, confermerà le condanne per Izzo e Guido. La loro storia però sarà costellata, da questo momento in poi, da tentativi di evasione più o meno riusciti, che porteranno addirittura Izzo a uccidere ancora. Ottenuto il regime di semilibertà nel 2001, nel maggio 2005 ucciderà la compagna Maria Carmela Limucciano e sua figlia Valentina, di 14 anni. Un “errore” della giustizia, come tanti altri. Forse più grave, se si tiene conto della ferocia con cui si erano mossi i colpevoli di questo terribile caso di cronaca nera. Che sarà capace di scatenare dibattiti intellettuali sulle colonne dei giornali, tra firme come Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini. E la cui vicenda giudiziaria sarà accompagnata dai movimenti femministi, anche loro costituitisi parte civile al processo contro gli aguzzini. Un processo condotto e vinto dall'avvocato Tina Lagostena Bassi, portavoce dei diritti delle donne calpestati dalla violenza maschile.



EPILOGO TRISTE - Donatella Colasanti è sopravvissuta alle violenze di quel giorno, ma non al loro ricordo. Una donna distrutta, rovinata, che se n’è andata silenziosamente nel 2005, dopo una lunga malattia. Continuando a chiedere che venisse fatta giustizia, con quella morte negli occhi che appartiene solo a chi la morte l’ha sfiorata, e l’ha vista da vicino. Difficile pensare di poter dimenticare, nel corso di una vita, violenze tanto gravi che sono state subite. Ancora più difficile se nella consapevolezza che a muoverle fu la bestialità di ragazzini arroganti e annoiati, che sotto le camicie inamidate nascondevano un’identità per troppo tempo impunita di violenti criminali.

da http://sifmanci.myblog.it

image

image

''A conti fatti, sono felice. E come potrei non esserlo? Sono una miracolata e ogni giorno devo ringraziare Dio per avermi salvato. Quelli come me hanno il dovere di essere felici''.
Donatella Colasanti
 
Top
kissene
view post Posted on 29/8/2009, 19:59




Intervista a Angelo Izzo


 
Top
kissene
view post Posted on 29/8/2009, 20:23




"Jacques appena arrivato nella villa non è stato cattivo con noi, non mi obbligò ad andare a letto con lui. Poi però ci ordinò di fare l'amore tra di noi, io e Rosaria. Jacques prese Rosaria per la mano e la portò in una stanza. Io rimasi con Izzo e Guido. Angelo Izzo provò ripetutamente a prendermi ma senza riuscirci e siccome a Guido non piacevo mi presero a calci sulla schiena. Approfittando di un attimo di distrazione raggiunsi il telefono e chiamai il 113, riuscendo solo a dire: mi stanno ammazzando, sto a Lavinio. In quel momento fui colpita da una spranga di ferro e caddi a terra. Mentre mi prendevano a calci sentivo le urla di Rosaria.
Dopo un po' vidi Jacques e dietro di lui la mia amica era sporca di sangue, lo implorava di lasciarci andare"


(Dalla deposizione di Donatella Colasanti).

Angelo rimase nel bagno con Rosaria tutto il tempo mentre Gianni e Andrea si alternavano per aiutarlo. Sentivo le grida di Rosaria che si interrompevano come se le stessero infilando la testa nell'acqua. Dopo un po' non sentii più niente. Io ero con Guido e dalle scale scesero Ghira e Izzo. Erano affannati e stanchi, in particolare Izzo. Anche su di me l'iniezione non aveva avuto effetto e così cominciarono a colpirmi con il calcio della pistola, mi riempirono di pugni. Mi legarono un laccio al collo e mi trascinarono nuda per tutta la casa. Svenni per una decina di minuti, quando mi risvegliai sentii il piede di uno di loro che mi premeva sul petto. Qualcuno disse: questa qui non vuole morire e cominciarono a colpirmi in testa con una spranga di ferro. A questo punto pensai che la sola cosa da fare per salvarmi era fingermi morta.
La stessa voce di prima disse: Finalmente siamo riusciti ad ammazzarla»



(Dalla deposizione di Donatella Colasanti).
 
Top
kissene
view post Posted on 1/9/2009, 09:36




Angelo Izzo

Nell'aprile 2005, nonostante la condanna pendente, il tribunale di Velletri ha accordato a Izzo la semilibertà, di cui il criminale ha approfittato per fare nuove vittime, Maria Carmela Linciano (49 anni) e Valentina Maiorano (14 anni), rispettivamente moglie e figlia di un pentito della Sacra Corona Unita che Izzo conobbe in carcere a Campobasso; le due donne sono state legate e soffocate (è stato accertato, dopo vari esami autoptici, che la piccola non ha subito violenza sessuale) e infine sepolte nel cortile di una villetta a Mirabello Sannitico in provincia di Campobasso, di proprietà di un ex detenuto amico di Izzo. Questo nuovo fatto di sangue ha scatenato in Italia roventi polemiche sulla giustizia. Il 12 gennaio 2007 Izzo è stato condannato all'ergastolo per questo crimine, condanna confermata anche in Appello.

Il video è terrificante

 
Top
kissene
view post Posted on 29/9/2009, 14:31




ROMA - Nessuna misura di sicurezza per Gianni Guido, uno dei tre autori - con Angelo Izzo e Andrea Ghira - del massacro del Circeo del 30 settembre 1975, tornato in libertà il 25 agosto scorso dopo aver scontato la pena per l'omicidio di Rosaria Lopez e quello tentato di Donatella Colasanti. E' stato respinto il ricorso presentato dalla Procura al Tribunale di sorveglianza contro la sua scarcerazione: Guido non dovrà essere sottoposto ad alcuna misura restrittiva.

Il giudice del tribunale di Sorveglianza Enrico Della Ratta Rinaldi, accogliendo la richiesta dell'avvocato Massimo Ciardullo, ha respinto la richiesta di applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata che la Procura di Roma aveva avanzato nell'aprile del 2008 quando l'uomo, che oggi ha 54 anni, fu affidato ai servizi sociali. Il giudice doveva valutare se Guido, condannato a trent'anni anni di carcere, fosse tra l'altro socialmente pericoloso.

Ora è stata dichiarata la non pericolosità sociale di Guido, sulla scorta del percorso giudiziario che l'ha visto ottenere nel tempo tutti i benefici premiali della Legge Gozzini. "Si tratta di un provvedimento ineccepibile sia dal punto di vista giuridico che logico - ha detto l'avvocato Ciardullo - giuridico perché nel suo caso sono state rispettate tutte le scadenze previste dalla Gozzini e logico perché da circa cinque anni a questa parte Guido ha goduto progressivamente di maggior libertà fino a ottenere l'affidamento ai servizi sociali, e tali benefici sono stati concessi sulla scorta di puntuali relazioni scientifiche".

Le motivazioni. Nell'ordinanza di sei pagine emessa dal tribunale di Sorveglianza sono spiegati i motivi per cui Guido può rimanere in libertà. Il documento sottolinea che "la condotta corretta tenuta dall'interessato in carcere e nella fruizione di benefici penitenziari è continuata anche dopo la fine della pena". Alla luce del comportamento di Guido negli ultimi anni, quindi, non ci sarebbero elementi per definirne la pericolosità sociale: "Non sussiste alcun argomento sufficientemente persuasivo per ritenere probabile la commissione di reati in futuro".

Il rimorso. L'ordinanza mette in evidenza anche come Guido sia consapevole e pentito del delitto commesso: "Il reato commesso ha costituito per Gianni Guido un evento che ha radicalmente modificato l'evoluzione della sua personalità, contribuendo ad orientarla verso la riflessività, la consapevolezza della complessità, la ricostruzione etica e rendendola attraversata dal tormento e dal rimorso per il crimine commesso".

Preoccupazione dalla Provincia. Flavia Leuci, presidente del Comitato pari opportunità della Provincia di Roma ed esponente del Pd, mette però in guardia da un'eccessiva fiducia nella riabilitazione di Giovanni Guido. "Accettiamo la decisione del tribunale ma teniamo a ricordare che è proprio per l'apparente innocuità che le due ragazze, poi seviziate, seguirono i tre giovani nella villa del Circeo" si legge in una nota, in cui si ricorda anche che "durante il massacro Guido si prese una pausa e se ne andò a cena a casa". Flavia Leuci non manca di accennare al fatto che "l vecchio compagno d'orrori di Guido, Izzo, durante la semilibertà, concessa non certo perché evidentemente pericoloso, uccise altre due donne: una madre e sua figlia".
(29 settembre 2009) www.repubblica.it
 
Top
kissene
view post Posted on 22/11/2009, 16:49




Indecente...c'è una giornalista, sedicente fidanzata di Angelo Izzo, che si permette di affermare che il suo uomo è una specie di santo.
Mavaffanculo va.
Cioè, io dico, ci sono tanti modi per farsi notare, ma mi sembra che in questo caso si ecceda.



Roma, 21 nov. - (Adnkronos) - "Chiedo la sorveglianza per Izzo. La prima cosa che chiedo all'autorità del carcere è di darmi rassicurazioni sulla sua persona: vorrei vederlo in tv, vorrei sapere che sta bene perché, dopo la mia denuncia di riaprire il processo per i delitti di Ferrazzano, vorrei essere sicura che Izzo non subisca ritorsioni".
E' questa la richiesta della giornalista Donatella Papi, all'indomani della trasmissione 'Italia sul due', dove ha annunciato non solo l'intenzione di sposare Angelo Izzo, condannato per il massacro del Circeo e per il duplice omicidio di Ferrazzano, ma anche di volerne dimostrare l'innocenza.
"Ieri sono stata aggredita - spiega - c'è chi ha detto 'se lo rivedo fuori lo tolgo di mezzo io' e ora qualcuno nel carcere potrebbe pensare 'ci penso io'". La giornalista manifesta le sue preoccupazioni "affinché tutto questo non succeda".
Incontrando i giornalisti, Papi dice la sua sulle polemiche scoppiate dopo la partecipazione al programma di Raidue. "C'è stata una incomprensione - afferma - quando sono stata chiamata dalla trasmissione, ho spiegato che stava per uscire un comunicato, ho letto loro il titolo e di cosa parlava. Mi hanno detto di aspettare - prosegue - per poterne parlare con gli autori. Ho atteso mezz'ora per sapere se sarei dovuta andare o meno, poi mi hanno chiamato per dire di andare".
Nonostante le sentenze abbiano condannato il massacratore del Circeo, nonostante la "comprensione" per il dolore dei famigliari delle vittime, Papi afferma di credere in "un profilo di innocenza". Parla delle lettere di Izzo, che intende usare come "documento testimoniale", di "prove e documenti" raccolti "in tantissimi anni" con i quali chiederà la "riapertura del processo".
Ma non vuole entrare nel merito: "Dirò tutto nelle sedi competenti". Non la convince neppure la confessione di Izzo dopo i delitti di Ferrazzano: "Lui ha detto: 'Pensavo di...'. Se si apre uno scenario di perizia psichiatrica sul fatto che possa reiterare il reato, difenderlo sarà la mia battaglia".
Una battaglia che la giornalista si dice pronta a sostenere a ogni costo: "Ho venduto la casa, per difenderlo ho fino a 310mila euro". Papi racconta di aver messo a conoscenza Izzo della sua intenzione di chiedere la riapertura del processo per i delitti di Ferrazzano: "Lui pensa a me, a proteggermi - sottolinea - Mi ha detto: 'So quanto è doloroso e difficile ma io non ti farò mai delle cattiverie, saro' con te sempre, sempre".
E sull'idea di sposarlo si dice convinta: "anche se non sara' riaperto nessun processo, anche nello scenario piu' negativo. Io gli sto per mandare la fede e gli ho detto 'mandami una fede'. Noi, sposati, quindi, lo siamo".
 
Top
kissene
view post Posted on 22/11/2009, 17:34




Terrificante, indecente, non ho parole per definire quello a cui ho assistito.


Comunque ho trovato un altro articolo su sta cretina.



ROMA - Donatella Papi sposerà Angelo Izzo per «dimostrare la sua innocenza», farà riaprire - garantisce - il processo sul delitto Ferrazzano e porterà nuove prove sulla strage del Circeo. La giornalista era stata invitata all'Italia sul due, il programma condotto da Lorenza Bianchetti e Milo Infante, per parlare del tema della puntata, "innamorarsi di un criminale'. Ma ha preferito leggere un comunicato - spiazzando tutti, conduttori e ospiti - nel quale ha difeso Izzo, condannato a suo giudizio «a una pena ingiusta». E in studio è scoppiata la bagarre. Dalle dichiarazioni della Papi hanno preso le distanze sia i conduttori, sia gli ospiti: in studio a Roma, con la Bianchetti, l'avvocato Nino Marazzita e l'avvocato di Izzo, Filomena Fusco, che ha ricordato come l'uomo si sia sempre dichiarato colpevole; in collegamento da Milano, con Infante, Silvana Giacobini, Lella Costa e la criminologa Roberta Bruzzone. In particolare Costa e Bruzzone hanno lasciato lo studio in segno di protesta. È inoltre intervenuta al telefono Daniela Lopez, sorella di una delle vittime, alla quale tutti i presenti hanno testimoniato la loro solidarietà.

LE DICHIARAZIONI - «Sono una giornalista, ho 53 anni, conosciuta e stimata, nell'ultimo anno mi sono occupata totalmente di solidarietà e casi difficili in cui ho acquisito esperienza e conoscenze specifiche», ha affermato la Papi. «Da oltre vent'anni seguo sia la vicenda del Circeo sia l'omicidio di Ferrazzano che hanno coinvolto il detenuto Angelo Izzo, condannato per ben due volte a una pena ingiusta», per questo assicura, «farò riaprire il processo per il delitto di Ferrazzano fin da oggi, porterò prove, documenti e spero testimonianze chiave. Così come farò in modo che si riparli soprattutto del primo caso che vide coinvolto Izzo, quello del Circeo, da cui ha origine tutto». «Purtroppo - prosegue - come anche nella società di oggi si conferma in tanti agghiaccianti casi, droga e ideologie (che in questo senso sono lo stesso) possono determinare nella vita di ciascuno di noi tragedie umani così immani. Cioè pagare cose mai commesse. Come è stato nel caso del Circeo, su cui porterò prove sconvolgenti e come accadde peggio nel caso di Ferrazzano, con modalità che vanno spiegate ai giovani e alla gente». Papi garantisce che prima di muovermi si è «ben preparata», raccogliendo «da mesi nelle strade la solidarietà della gente, e posso dire che a parte le perplessità iniziali, moltissimi mi incoraggiano a dire tutto». Rivolge anche «un appello accorato alle famiglie delle vittime, che in qualche modo conosco, e che vorrò andare a trovare dicendo loro che non c'è giustizia più grande della verità» e «un messaggio caloroso e rispettoso alla famiglia Izzo, Ghira e anche Guido», che essendo in libertà spera voglia «parlare» e unirsi a lei «in questa battaglia. Se non lo farà, almeno all'inizio, lo capisco e lo rispetto».

LA NOTA - Poco dopo Viale Mazzini fa diffondere una nota, spiegando che Raidue «si dissocia totalmente». «In relazione a quanto affermato nella puntata odierna di Italia sul Due dalla signora Donatella Papi in merito alle vicende giudiziarie del signor Angelo Izzo, già condannato con sentenza definiva a due ergastoli per omicidio - si legge- Raidue, come peraltro fatto più volte in diretta dagli stessi conduttori del programma, Lorena Bianchetti e Milo Infante, si dissocia totalmente dalle dichiarazioni rese dalla signora Papi, tanto nella forma che nel contenuto». «Tali affermazioni, del tutto gratuite, sono state fatte dalla signora, invitata in qualità di ospite, violando apertamente gli accordi preliminari alla trasmissione - continua la nota - il cui tema era esclusivamente legato alla relazione sentimentale che si sarebbe instaurata tra la signora Papi stessa e il signor Izzo, come peraltro riportato da alcuni quotidiani nazionali. Ogni altra valutazione è stata dunque fatta in modo arbitrario e senza che conduttori, responsabili del programma e redazione ne fossero a conoscenza». Raidue «esprime le proprie scuse e la propria vicinanza ai familiari delle vittime dei delitti commessi da Angelo Izzo, e respinge ogni tentativo fatto dalla signora Papi per inquinare una verità storica inequivocabilmente stabilita da due sentenze - definitive - di condanna».
 
Top
Sacri Vortici
view post Posted on 22/11/2009, 19:24




Anino Umanis non disputandum est.....

Sed chi ha ucciso e confessato merita la galera, fino a che la giustizia lo consente, dopo ha diritto ad uscire, altrimenti la condanna deventerebbe eterna e questo, sebbene sia duro, per certi reati da digerire, va rispettato, altrimenti saremo peggio degli stessi assassini stupratori.

La signora ha diritto di amare e sposare chi je pare... basta che non rompa i Kugghiuni con patetiche storie di innocenza presunta.
 
Top
geipuk
view post Posted on 23/11/2009, 04:56




Storie come quella di Izzo, del bel Renee (Vallanzasca), di Don Raffaele Cutolo fatti oggetto di amorosi trasporti da parte di signore irreprensibili, sono certamente specchio della societa'.
Persino Pietro Maso, il ragazzotto dell' orrida provincia veronese che mise a punto con certosina pazienza il massacro dei genitori e (peccato non gli riusci'!) preventivato la morte delle sorelle, adesso sta in regime di semi-liberta' e ama, riamato, una signora che... bah.
Amare uno che ha passato innumerevoli sere al bar dicendo agli amici: - no, io spengo la luce e tu gli tiri la prima padellata in testa al vecio, poi viene il Gigi e fa stramazzare la troia de mi mare, 'rco zio li doveran schiatar e ci bechiamo i sghe! (dialoghi da "Storie Maledette", Rai3) -

Ognuno ama e sposa chi gli pare, ma mettere in dubbio la colpevolezza di rei confessi E pluricondannati E recidivi e' insopportabile, sia per le vittime stesse, sia - se tali vittime sono MORTE - per i loro cari, parenti e amici.
E persino per gli estranei come me, o come Robi.
Non so con chi prendermela, con l'eccessivo garantismo dello Stato - che ricordiamolo ha permesso a Izzo di tornare a delinquere e uccidere altre due persone dopo la strage del Circeo - , con la vergogna di certi programmi "Italia sul due" (nota: Lorena Bianchetti e' una Signorina Nessuno e Milo Infante un figlio d'arte cresciuto a TeleLombardia che ha sposato Miss Padania 1998 un paio di anni fa. Come sia approdato alla Rai, tutti se lo chiedono ma nessuno lo sa.)

image

Umberto Bossi con l'attuale signora Infante il dì della proclamazione


Poi se arrivano anche le testine di cazzo come i sacri vortici a massacrare il latino e a discettare di "Kugghiuni " in un argomento che pretenderebbe rispetto e serieta', mi rendo conto che si', in una societa' simile, tutto e' possibile.

p.s. in spoiler lo screenshot della stronzata dei sacri vortici, che saranno pure sacri, ma che le loro sacre minchiate hanno il vizietto di cancellarle, quando la minchiaggine supera la sacralita' e le figure di merda incombono su di loro.
A imperitura memoria.
SPOILER (click to view)
image

g.





Edited by geipuk - 23/11/2009, 05:22
 
Top
Dama dell'Arno
view post Posted on 23/11/2009, 14:10




Tremenda la tranquillità e la leggerezza con la quale racconta l'omicidio, allucinante nel punto in cui spiega come si deve mettere la calce sui cadaveri in modo che la pioggia non la dilavi e gli animali non facciano scempio delle vittime, perchè GLI ERA GIA' SUCCESSO.

Non ho parole...
 
Top
LizaPop
view post Posted on 23/11/2009, 16:28




Non penso che ci sia un briciolo di "normalità ed equilibrio" in queste persone e per tutta la vita dovrebbero essere seguite a stretto contatto da un gruppo di psicologi, altro che lasciarli tranquilli a girare tra la gente.


Da torcibudella, davvero.

 
Top
Dama dell'Arno
view post Posted on 23/11/2009, 22:16




SEGUITI A STRETTO CONTATTO DA GRUPPI DI PSICOLOGI?!?!?!
Buttare via la chiave, altrochè permessi per buona condotta!! (e infatti si è visto!!)

Parura, mamma mia!!!
 
Top
12 replies since 28/8/2009, 17:59   858 views
  Share