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è nostro piacere inviarti l'elenco delle visite guidate organizzate da Roma Sotterranea per i prossimi 14 giorni.
15 Maggio 2010S. Pudenziana-l'antica basilica
La basilica di Santa Prudenziana è situata sul colle Esquilino presso l'attuale via Urbana ed è una delle piu' antiche di Roma.
Di notevole bellezza, al suo interno, è il mosaico absidale che da poco restaurato è uno dei primi esempi di monumento mosaicato pervenutoci, relativamente ai luoghi di culto.
La chiesa poggia sulla domus del senatore Pudente, padre di Prassede e Pudenziana, famiglia che ospitò per ben sette anni l’apostolo Paolo all’interno della propria abitazione trasformata nei secoli in basilica paleocristiana.
Visiteremo inoltre l’oratorio medievale realizzato sull’impianto termale del II sec. d.C.
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16 Maggio 2010Necropoli Ostiense
Il sepolcreto si trova all’incrocio tra via Ostiense e via delle Sette Chiese, nei pressi della basilica di S. Paolo.
E’ celebre proprio per la presenza della tomba dell’apostolo Paolo, ma riveste grande importanza anche perché testimonia il graduale passaggio dal rito dell’incinerazione a quello dell’inumazione, avvenuto tra il II e il III secolo d.C.
Il sepolcreto, che copre un arco cronologico compreso tra il II secolo a.C. e il IV d.C., si sviluppa su tre ripiani principali: alle tombe più antiche, costituite da una cella in blocchi squadrati di tufo, si sovrapposero in epoca imperiale tombe in laterizio ed un colombario.
I reperti rinvenuti nel sepolcreto, ora in gran parte custoditi nei Musei Capitolini e nell’Antiquarium Comunale, sono costituiti da iscrizioni e urne cinerarie in marmo decorate con motivi floreali.
Da segnalare alcuni modesti gioielli in oro e aghi crinali (spilloni per capelli) d’argento, appartenenti al corredo funebre di una giovane fanciulla.
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22 Maggio 2010Monte dei Cocci o Monte Testaccio
Passeggiata emozionante su una vera e propria discarica specializzata di epoca romana, accumulo di anfore utilizzate per il trasporto di grano e alimenti liquidi, che giungevano dal porto di Ostia a Roma attraverso l’adiacente Tevere.
Il numero delle anfore accatastate si stima attorno ai 25 milioni.
Nell'antichità le anfore erano il recipiente di trasporto e immagazzinamento per eccellenza.
Il loro basso costo permetteva una fabbricazione massiccia e, una volta svuotate, venivano abbandonate in una discarica del tempo, il moderno Monte Testaccio, dove, per le sue caratteristiche peculiari- i cocci venivano ricoperti di calce per evitare i cattivi odori- si è conservata una grande quantità di informazioni epigrafiche.
Sulle anfore i romani scrivevano una serie di dati, in un certo senso equivalenti alle etichette dei recipienti moderni. Le iscrizioni dipinte sul collo, sulla spalla, e sul ventre dell' anfora indicano il peso a vuoto, il nome del mercante, il peso netto. Così etichettate, le anfore venivano sottoposte ai controlli dei funzionari doganali.
Nei secoli successivi il monte divenne luogo per feste e scampagnate, nel medioevo per vari secoli fu il luogo preferito dai romani per i loro violenti riti carnevaleschi, per le feste legate alla vendemmia e per cerimonie religiosi, per la somiglianza con il Calvario sulle sue pendici fu installata una via crucis, ricordata ancora oggi dalla croce situata sulla sommità del monte.
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23 Maggio 2010Tra il Portico d'Ottavia e il Teatro di Marcello
La nostra visita, che non si può definire una vera e propria passeggiata, si compie davanti a due dei più conosciuti monumenti di Roma: il portico d’Ottavia e il Teatro Marcello.
Atrio alla piccola chiesa di S. Angelo in Pescheria, il maestoso Portico d’Ottavia, dedicato da Augusto alla sorella.
Da qui partivano i cortei trionfali e scopriremo come queste modalità di propaganda e di autocelebrazione vennero riprese a scala maggiore nei Fori Imperiali.
Adiacente il Teatro di Marcello unico edificio dedicato agli spettacoli teatrali che sia giunto fino ai nostri giorni.
La costruzione, avviata da Giulio Cesare per oscurare la fama del non lontano Teatro dell'acerrimo avversario politico Pompeo, fu portata a termine da Augusto che lo dedicò al marito della figlia, Marcello.
Poteva ospitare 13.000 spettatori e costituisce uno dei più antichi edifici per spettacolo romani giunti fino a noi.
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